Benvenuti da Sisley Xhafa


Chiudere gli occhi e pensare alla parola “Benvenuto”, immaginarne il significato, per poi aprirli e vedere le braccia di prigionieri dietro le sbarre metalliche di un enorme carcere può sembrare un controsenso o un no sense. È ciò che accade, tuttavia, visitando la mostra dedicata a Sislej Xhafa a cura di Hou Hanru e Luigia Lonardelli al MAXXI dal 2 giugno al 2 ottobre 2016 e che riprende il titolo dall’enorme installazione realizzata dall’artista sulle colline senesi nel 2000. Una mostra, questa, che il suo senso, a tratti ironico ma potente e complesso, lo dimostra in ognuna delle 30 opere esposte, a partire proprio dalla gigantesca installazione site specific, Fifteen centimeter high tide (2016) realizzata dall’artista appositamente per la Galleria 2. L’opera si presenta come una gabbia in acciaio che si sviluppa lungo tutta la parete curva del museo, come la cella di un penitenziario, dalla quale fuoriescono timidamente coppie di mani che si appoggiano alle sbarre con gesti diversi, testimonianze di corpi, presenze umane di cui non si conosce nient’altro. La mostra continua ripercorrendo anacronisticamente la carriera di Xhafa dagli anni novanta ad oggi  con My Garden (2011-2016), l’opera che di nuovo associa significato e significante in modo cinicamente ironico. Il giardino così si trasforma in una distesa di rifiuti abbandonati. Come avviene in This Call May Be Recorded For Quality Service (2012)che occupa un intera parete e che trasforma il simbolo filosofico dello Yin e dello Yang in un cumulo di telefoni cellulari rossi e neri disposti meticolosamente come tessere di un mosaico oppure in Sunshade (2011), un ombrellone da spiaggia piantato nel muro cosparso di vestiti usati che pendono sulle teste dei visitatori come macigni, testimonianze spiazzanti di un’amara riflessione sulla migrazione.


La realtà è più forte dell’Arte.  Come artista non mi interessa riflettere la realtà, ma voglio interrogarla e metterla in discussione.


Immagini sfuggenti di temi drammaticamente attuali come l’identità, la nazionalità, la legalità, le istituzioni. Xhafa riflette sulla complessità del mondo contemporaneo e sulle sue contraddizioni creando intimi attimi di autocoscienza. Un viaggio inaspettato. Benvenuto.



BENVENUTO! SISLEJ XHAFA
A cura di Hou Hanru e Luigia Lonardelli
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni, 4A – Roma
2 giugno – 9 ottobre 2016