Giovanni Kronenberg


Oggetti fragili e preziosi, precisi tratti di matita, odori evocativi. Sono frammenti di memoria o tracce di un passato indistinto?



Ci troviamo all’interno della galleria romana Z20 che ospita la personale dell’artista Giovanni Kronenberg e come nella stanza delle meraviglie di un collezionista di altri tempi ci aggiriamo tra cimeli raccolti con meticolosità e pazienza. Pezzi stravaganti e straordinari da restituire al pubblico come un inestimabile eredità. Si ha l’impressione, infatti, di dover camminare in punta di piedi, preparandosi all’esplorazione di mondi lontani racchiusi negli oggetti che l’artista intende mostrarci. Reperti naturali che Kronenberg con tocchi delicati modifica e contamina aggiungendo elementi esterni che sembrano quasi delle piccole protesi; sostegni e dettagli che cambiano il senso e la funzione. Come il corno d’alce a cui è stato aggiunto un ditale d’argento su una delle estremità, trasformandolo così in un artiglio che lo immobilizza al centro della sala.



Interventi delicati che parlano di pratiche artigianali a cui l’uomo ricorre da tempi lontani, come l’arte di incastonare gioielli e perle preziose. Elementi rari a cui l’artista aggiunge ulteriori dettagli: un cristallo di rocca in cui è stata incastonata una perla nera barocca tahitiana. Un’unione che dà vita ad un pezzo unico e non replicabile.



Non è solo la vista, tuttavia, a godere di questi pregiati manufatti. Kronenberg coinvolge lo spettatore anche tramite l’udito e l’olfatto. La delicata fragranza di brezza marina sprigionata dalle spugne di mare Lampedusane ci avvolge, mentre il rumore di una comunicazione disturbata e lontana fuoriesce da un torchio per la spremitura di olive altrettanto rovinato e usurato e sembra interrogarci. Echi in lontananza che per un attimo creano smarrimento e confusione: chi sta parlando? Da quale epoca giungono quelle voci? Quesiti che possono avere risposta solo attraverso l’approfondimento della poetica dell’artista, solo tramite quei complessi titoli che Kronenberg attribuisce alle sue opere e che rendono questa mostra ancor più enigmatica.




GIOVANNI KRONENBERG
Z2O Galleria Sara Zanin – Via della Trenina 21, Roma
15 settembre 2016 – 8 novembre 2016