Latina: tra Mad e Madxi


Prendiamo una città di periferia, forse come molte altre, a mezz’ora di treno dalla capitale: Latina. Una città giovane, nata negli anni ’30 e segnata dal marcato razionalismo dei suoi edifici e dalla morbidezza delle colline che la circondano. Prendiamo poi la periferia di questa stessa città, contraddistinta dai suggestivi paesaggi agricoli ai piedi delle alture di Sermoneta e le contemporanee architetture delle innumerevoli industrie che ricoprono la ben nota pianura pontina. Prendiamo, infine, un curatore d’arte contemporanea che opera sul territorio da anni oramai e che attraverso la propria attività mira a promuovere l’arte e gli artisti, a dargli voce creando nuove sinergie dentro e fuori il contesto urbano, dando vita ad un vero museo diffuso. Il curatore in questione è Fabio d’Achille e il suo progetto MAD (Museo d’Arte Diffusa) nato più di dieci anni fa come grande museo itinerante di Arte Contemporanea rappresenta un vero e proprio esempio di come la cultura puó dialogare tra pubblico, privato e la realtà circostante. Attraverso una formula consolidata di esposizioni artistiche che accolgono i cittadini ed i curiosi in luoghi spesso insoliti e apparentemente distanti dall’arte o dal contemporaneo stesso, MAD ha creato attraverso il lavoro di pittori, scultori, fotografi e performerà, un flusso vitale ed interattivo in un territorio che sembrava averlo dimenticato e soprattutto lo ha portato fuori dai tradizionali confini cittadini per contaminare di contemporaneità anche zone ancora inesplorate. MAD, infatti, ha dato vita al MADXI, il primo museo d’arte contemporanea della zona. A maggio del 2016 ha inaugurato un nuovo polo espositivo, proprio in quella periferia industriale di cui parlavamo prima. La sede del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, uno spazio di 2000 mq all’interno e 5000 mq all’esterno, per tre quarti (finora) inutilizzato, ora è adibito a museo.


Madxi Madxi

Una scelta insolita e coraggiosa che rende questo spazio un’incredibile fonte di cultura e rinnova ancora di più quel dialogo tra pubblico e privato, tra centro e periferia, tra contemporaneo e tradizionale. L’ampia struttura, divisa su due piani e lasciata spoglia soprattutto al piano superiore tra le colonne ancora grezze e le spaziose sale permette di ammirare molti tra gli artisti contemporanei più interessanti della cosidetta “scuola pontina” e non solo. Dalle “città invisibili” di Luca Ferullo, al surrealismo di Giovanni Battista Bianchi e l’iperrealismo di Gianni Lanza; dalle visioni di Ersilia Sarrecchia alle apparentemente esili e fragili installazioni di Aldamaria Gnaccarini, per poi passare alle tele di Annalaura Patanè e le ruote di bicicletta di Fabrizio Bonanni. Opere che raccontano il contemporaneo e che ridanno vita ad un luogo che altrimenti sarebbe solo un vuoto contenitore. La sterile architettura industriale della periferia crea così, grazie al MADXI, un’incredibile possibilità di scambio. Una novità che merita di essere scoperta.