Jannis KOUNELLIS a Pesaro


Appena entrati nel Loggiato ci si ritrova immersi nel primo paesaggio creato dall’artista; una selva di grandi altalene, appese alle imponenti capriate del soffitto, su cui sono posati sacchi di iuta contenenti carbone. Un elemento per antonomasia associato alla spensieratezza,al gioco e al movimento viene immobilizzato sotto il peso del materiale simbolo del lavoro, dell’industria e della fabbrica. Sul pavimento, in corrispondenza di ogni altalena giacciono macchinari industriali coperti da teli bianchi che ne lasciano intravedere sagome e geometrie.


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Questo è ciò che per primo si può vedere entrando negli spazi del “Centro arti visive Pescheria” di Pesaro che ospita le due installazioni site specific realizzate da Jannis Kounellis per la città. E’ inevitabile il forte impatto emotivo provocato dalla distesa di “sudari” che evocano campi di battaglia e riportano immediatamente alla mente gli eventi tragici che stanno attraversando il nostro tempo. Un paesaggio post-industriale carico di simbologie e memorie. Durante il pomeriggio dell’inaugurazione, a sottolineare il forte carattere evocativo dell’opera, si è spontaneamente creato un flusso di visitatori che percorrevano lo spazio in maniera circolare, una processione funebre attorno all’opera.


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Segno evidente della capacità del Maestro dell’Arte Povera di parlare alla collettività tramite immagini e composizioni fortemente simboliche in grado di suggestionare anche il comportamento e le azioni del pubblico. La tematica del rito funebre è fortemente presente anche nello spazio della Ex Chiesa del Suffragio, riportata, da recenti restauri, alla pianta dodecagonale. Qui un’altra installazione colpisce immediatamente per il cromatismo impostato sul bianco e nero in contrasto con i colori caldi e luminosi della sala precedente.


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L’arte è una presentazione e non una rappresentazione. Per me, la mostra è un atto unico: l’occupazione di uno spazio per il tempo di un atto unico, come si dice a teatro.


L’opera è composta da un binario circolare, che va a definire il centro della chiesa enfatizzandone la geometria; su di esso si muovono un uomo in nero che guida un cavallo nero che traina cinque piccoli carrelli pieno di cappotti neri anch’essi, che richiamano inevitabilmente alla mente i lager del millenovecento. Il movimento circolare della performance, accompagnato dallo sferragliare dei carrelli sul binario, è potenzialmente infinito e ci ricorda la ciclicità della storia e il riproporsi di errori e orrori. Opere intense e coinvolgenti che portano a riflettere sull’uomo il suo destino. Suggestioni che ci accompagnano ben oltre lo spazio fisico e temporale della mostra.




JANNIS KOUNELLIS
A cura di Ludovico Pratesi
Centro Arti Visive Pescheria – Corso XI Settembre 184, Pesaro (PU)
16 luglio – 16 ottobre 2016